Livorno, 29 gennaio 2013 – «Sull’iter di dismissione delle quote di maggioranza ella Porto 2000 non c’è stata, da parte dell’Authority, nessuna accelerazione sospetta anzi, siamo in ritardo rispetto ai tempi previsti». Il presidente Gallanti sgombra il campo da dubbi e polemiche:«Già sette anni fa – aggiunge – il Ministero delle nfrastrutture e dei trasporti prefigurò l’ipotesi di una partecipazione non aggioritaria da parte dell’Ap nella società che gestisce le crociere a Lvorno. Oggi noi ci stiamo muovendo esattamente in questa direzione». La osizione dell’Autorità Portuale è, secondo il primo inquilino di Palazzo Roscianochiara e precisa: «Stiamo semplicemente dando esecuzione a quanto revisto dal Piano operativo Triennale: la prima tappa prevede la scelta di un advisor ndipendente che valuti in modo obiettivo sia il valore della società he quello del mercato di riferimento. Dopo di che procederemo alla indizione i una gara pubblica per la cessione vera e propria delle quote. Ma sarà lo tesso advisor a consigliarci di quanto scendere rispetto alla quota di maggioranza”.
Ovviamente, ci vorranno alcuni mesi prima che si saurisca questa fase: «Non è che la Porto 2000 la vendiamo domani – precisa il egretario generale, Massimo Provinciali – dobbiamo però cominciare con una alutazione di massima non solo in riferimento al valore attuale della società,
ma anche rispetto agli investimenti futuri nel comparto crocieristico previsti all’adottando Piano Regolatore Portuale».
È altrettanto chiaro, e a precisarlo è lo stesso allanti, che:«Non possiamo aspettare che il Prp sia definitivamente approvato.Dobbiamo metterci in linea con quanto ci è stato chiesto dal Ministero. E lavalutazione dell’advisor è il primo importante step».
La delibera, che dà mandato al presidente per lascelta dell’advisor, è stata adottata all’unanimità dal Comitato Portuale, che haaccolto anche la proposta del presidente della Provincia, Giorgio Kutufa, di nserire, tra gli elementi di indirizzo da dare all’advisor, quello del timing:«Il consulente finanziario – afferma Kutufà – non deve soltanto darci una stima el valore della società, ma indicarci quale potrebbe essere il momento
migliore per vendere le quote di maggioranza detenute dall’AP. Nel frattempo,però, va chiarita la posizione della Camera di Commercio. Che cosa intende fareNardi? Vuole esercitare il diritto di prelazione sulle quote che l’Ap metterà in vendita?.
«Limitandoci agli atti formali – gli fa eco ilsindaco di Livorno, Alessandro Cosimi – la Camera di Commercio nel 2006 avevaespresso l’intenzione di cedere le proprie quote, non di comprarne altre. La posizione ell’ente camerale deve essere chiarita per la proficua prosecuzione della
trattativa».
E Claudio Picchiottino, che nel Comitato parla in appresentanza dei lavoratori, lancia la proposta: «Dobbiamo intavolare un onfronto con le istituzioni, per chiarire quali saranno, anche in termini ccupazionali, le ricadute di questo tipo di operazione».
Ok alla locazione di 10mila mq ex Seal. Il gruppo che opera nelle fonti rinnovabili avrà un accosto preferenziale.
Livorno, 29 gennaio 2013 – Gallanti: «Nell’olio di palma Livorno diventerà un polo internazionale». È solo il primo tassello di un puzzle, ma anche la pietra, fondamentale, su cui cominciare a costruire il futuro di Livorno. A distanza di sette mesi dalla proposta della società Masol di realizzare nel nostro porto un impianto di biodiesel e, più avanti, una raffineria di olio di palma, arriva la svolta. Il Comitato Portuale ha adottato, all’unanimità, la delibera che autorizza l’Authority ad assegnare alla società indonesiana 10 mila mq in area Ex Seal, sulla Sponda Est della Darsena Toscana. Durante la riunione del Comitato è stato precisato che si tratta di un affitto e che avrà una durata di trent’anni.
«L’accettazione dell’istanza di locazione – ha spiegato il presidente dell’Autorità Portuale, Giuliano Gallanti – è condizionata al rispetto da parte di Masol di quanto definito dal proprio piano industriale. Sono previsti investimenti per 55 milioni di euro, e un’occupazione tra diretto e indotto di 285 persone».
L’impresa, che da anni svolge attività di produzione, distribuzione e commercio di prodotti e servizi nel campo delle fonti energetiche rinnovabili, prevede di movimentare a Livorno un flusso di traffico complessivo pari a 6 milioni di tonnellate di merce.
«La trattativa con Masol – ha sottolineato il numero due della Port Authority, Massimo Provinciali – andava avanti da giugno scorso. I nostri uffici hanno vagliato le loro richieste, e quanto oggi ci sentiamo di concedere alla società è il frutto di un attento lavoro di mediazione e d’istruttoria. Va da sé che questa è solo la prima importante tappa di un procedimento lungo e complesso: spetterà alla Direzione Energia del Ministero dello Sviluppo economico esprimersi nel merito della sostenibilità del piano industriale».
Attualmente il gruppo Musim Mas, che controlla la Masol, movimenta già in Italia una quantità di circa 600 mila tonnellate di prodotti (sia materie prime che biodiesel). «Una volta installatasi a Livorno – ha precisato Gallanti – la Masol farà del nostro porto un vero e proprio polo internazionale per la commercializzazione e la produzione di prodotti derivanti dall’olio di Palma, sia nell’ambito alimentare e farmaceutico che in quello dei biocarburanti e settori correlati».
La decisione da parte dell’Autorità Portuale di assegnare a Masol 10 mila mq dell’area dell’ex Seal è stata assunta al termine di una comparazione tra diverse istanze di concessione e locazione fatte da vari soggetti. La procedura si è conclusa con l’individuazione del miglior progetto imprenditoriale presentato dalla società indonesiana, che ha garantito investimenti per 55 milioni di euro e l’impiego a pieno regime di 55 dipendenti diretti e 230 indiretti.
Tra le concorrenti figurava anche la TLRP/Base, che aveva messo gli occhi sulla Ex Seal (in tutto 20 mila mq) per la realizzazione e l’assemblaggio di blocchi di carpenteria industriale. L’Authority, che ha comunque apprezzato il piano industriale di questa società, si è detta disposta a trovare, all’interno del porto, aree idonee allo svolgimento di attività legate alla realizzazione di opere di carpenteria metallica.