Livorno: il Comitato Portuale vara il nuovo piano regolatore del porto

porto di livorno

Livorno, 20 giugno 2012 – Il Comitato portuale ha approvato a larghissima maggioranza la delibera di preadozione del nuovo Piano regolatore del porto. In totale sono stati quattro i voti contrari, espressi da alcuni rappresentanti dei lavoratori (Claudio Picchiottino; Maurizio Strazzullo; Giacomo Marchesini e Stefano Benassei). Il Prp, lo strumento di programmazione che ridisegnerà la geografia del porto, potrà ora essere sottoposto alla procedura di valutazione ambientale strategica. Il percorso che porterà all’approvazione del progetto di zonizzazione voluto da Gallanti prenderà avvio dalle consultazioni con i soggetti competenti in materia ambientale, che avranno tempo 60 giorni dalla ricezione del disegno del nuovo ambito portuale per far pervenire i contributi e i pareri necessari alla stesura del rapporto ambientale.

Piena soddisfazione per come sono andate le votazioni è stata espressa dal sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, che ha invitato i rappresentanti dei lavoratori a non sovrapporre il tema della programmazione del porto, che il Prp incardina all’interno di un percorso amministrativo che vede impegnati vari soggetti (vedi Comune, Regione Toscana e Ministero delle infrastrutture), alla questione cogente della crisi occupazionale, che «mi auguro – ha detto Cosimi – possa essere affrontata in un clima di sereno confronto».

Il piano regolatore in pillole

La proposta di Piano regolatore riprogetta il porto, ridefinendo le funzioni e i vari assetti territoriali. La principale novità è rappresentata dal porto passeggeri per i traghetti e la crocieristica, che non avrà più soltanto a disposizione la parte più antica e più vicina al centro storico e alla città, quella che per intenderci va dal Molo Elba alla Calata Carrara, ma potrà beneficiare di nuovi spazi su tutto il Molo dalla Calata Pisa e Orlando sino all’Alto Fondale.

«Una simile disposizione – ha sottolineato Gallanti – non inciderà negativamente sul traffico dei forestali. Gli accosti 43,44 e 45 dell’Alto Fondale rimarranno per il momento in uso ai traffici della cellulosa, perlomeno sino a che non sarà resa operativa la sponda nord del Molo Italia».

Gli accosti dedicati al traffico forestale copriranno invece un’area vasta che va dalla radice dell’Alto Fondale alla sponda sud della Darsena Ugione, comprendendo tutto il Molo Italia e la Calata del Magnale.

Così come per la cellulosa, anche per le autostrade del mare – il principale traffico dello scalo labronico – viene prevista una concentrazione di Ro/Ro, Trailers e auto nuove nelle aree del porto industriale della darsena Inghirami, della calata Bengasi, e della prima metà della sponda ovest del Canale industriale, sino al limite delle aree in concessione a Sintermar. In alternativa se ne prevede lo spostamento alla Piattaforma Europa, una volta che sarà stata realizzata.

E il verbo “terminalizzare” è la parola d’ordine usata anche per il multipurpose, che rimarrà sulla sponda est della darsena Toscana, collegandovi però le aree di proprietà di FS, il terminal Paduletta e la parte terminale della sponda ovest della darsena toscana a partire dal dente di attracco poppiero.

Risolta anche la questione della collocazione del traffico delle rinfuse solide, che dalla Calata Orlando verrà spostato nella parte più interna della sponda est della Darsena Toscana.

Nel Prp riveste un ruolo fondamentale anche il porto della Cantieristica, che verrà sviluppato con il cantiere Benetti per i grandi Yacht e il consolidamento dei piccoli cantieri in Darsena Pisa e Calafati, in attesa di una soluzione alternativa (probabile vengano sposati lungo la Calata del Magnale, nelle aree Enel).

In attesa che gli enti locali e governativi si pronuncino sulla questione della destinazione d’uso dell’area dei bacini, rimane aperta la possibilità di una ripresa del settore delle riparazioni navali, tema sul quale il precedente Comitato Portuale aveva dato mandato al presidente dell’authority di approfondire, d’intesa con il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, gli aspetti di criticità evidenziati dall’ultimo studio del Rina.

 

 

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