Vale 450 mila euro e permetterà ad un lavoratore portuale italiano di lavorare anche all’estero (e viceversa).
Livorno, 1 luglio 2015 – L’obiettivo è ambizioso: assicurare ad un lavoratore portuale, un gruista per esempio, di acquisire un bagaglio di competenze standard riconoscibili a livello europeo che gli consentano di poter lavorare non solo a Livorno, ma anche a Rotterdam, Venezia, Valencia o Cork (Irlanda). È questo il traguardo che si è prefissata di raggiungere l’Autorità Portuale di Livorno con il progetto Vet.Port finanziato dall’Agenzia Nazionale Isfol (Istituto di Sviluppo della Formazione Professionale dei lavoratori) e presentato quest’oggi a Palazzo Rosciano ad imprese e addetti ai lavori.
Il progetto, di cui l’Autorità Portuale di Livorno è capofila, si inserisce nell’ambito del programma comunitario Erasmus plus 2014-2020, ed è stato strutturato assieme al PLIS di Livorno (Provincia di Livorno Sviluppo); al Consorzio Formazione Logistica Intermodale (CFLI) di Venezia; allo Stichting Group di Rotterdam; alla Fondazione Valenciaport e al Cork Institute of Tecnology (EIRE). Tutti i partner hanno partecipato all’iniziativa, intervenendo al dibattito e presentando nuovi spunti di analisi.
«Vet-port – ha detto la responsabile della formazione per l’APL, Sonia Avanzoni – ha lo scopo di contribuire a implementare le leggi nazionali e regionali sul riconoscimento delle competenze secondo il sistema europeo (ECVET) nei paesi coinvolti (Italia, Spagna, Olanda, Irlanda). Il progetto, che vale 450 mila euro, prevede la sperimentazione del mutuo riconoscimento delle competenze su alcune figure professionali fondamentali del settore marittimo portuale, come il gestore del terminal portuale, il planner della nave, del piazzale o della ferrovia, il gruista e il conduttore di mezzi di sollevamento e traino».
«Il programma – ha detto il segretario generale dell’Authority, Massimo Provinciali, a margine della presentazione – migliorerà il livello delle competenze e abilità fondamentali dei giovani e dei lavoratori. Presto elaboreremo assieme agli altri partner un policy paper da portare all’attenzione della Commissione Europea per la standardizzazione del processo di trasferimento, riconoscimento e certificazione delle competenze delle professionalità esaminate. L’obiettivo è porre le basi per estendere tale processo a tutte le figure professionali dei porti».