MARINA MILITARE: CONTINUA LA RICERCA DEL RELITTO DEL MOTOPESCA NUOVA ISIDE. IL “NUMANA” OPERATIVO NELLA ZONA DEL SINISTRO

numana

Con i sofisticati mezzi di bordo e dei Palombari del GOS sarà possibile effettuare le ricerche fino alla profondità di 1.300 metri

Il cacciamine Numana, del Comando delle Forze di Contromisure Mine (MARICODRAG), e il Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) del Raggruppamento Subacquei ed Incursori (COMSUBIN) della Marina Militare, iniziano oggi le attività di ricerca del relitto del Motopesca Nuova Iside, affondato nella notte tra il 12 e 13 maggio 2020 nelle acque a nord est di capo San Vito (TP). La Marina era già intervenuta per restringere l’area di ricerca nei giorni scorsi con la fregata Carabiniere. Grazie al Panoramic Echo Sounder imbarcato, sonar ad alta frequenza con capacità di discriminazione di oggetti di medie dimensioni sino a 2.000 metri di profondità, la nave ha individuato alcuni contatti subacquei da investigare ulteriormente. Nave Numana è un Cacciamine Costiero (Mine Hunter Coastal – MHC). L’ unità ha un equipaggio di 44 militari ed è in grado di svolgere attività di localizzazione, identificazione, neutralizzazione di mine navali, residuati bellici, ordigni. Per effettuare queste operazioni l’Unità è dotata di un sonar ad alta scoperta THALES 2093 e veicoli subacquei filoguidati tra cui il “Multipluto”.

 

Nave Numana è la quarta di otto Unità Cacciamine, varata il 26 ottobre 1991, consegnata ufficiale l’11 giugno 1994. Il suo abituale porto di assegnazione è La Spezia. Nave Numana è appositamente progettata per la localizzazione e la disattivazione/distruzione di mine navali, dotata di un sofisticato sistema sonar e di due veicoli filoguidati (ROV – Remote Operated Vehicle) Il team ROV del G.O.S. è imbarcato su Nave Numana con il “Perseo”, uno dei veicoli filoguidati ad alta tecnologia in dotazione, che può immergersi fino a 1.500 metri di profondità, sia per acquisire immagini ad alta definizione attraverso le loro video camere subacquee, sia per recuperare oggetti presenti sul fondo mediante dei bracci manipolatori. Nonostante il principale impiego operativo sia orientato ad operazioni di bonifica di aree marine dalla presenza di ordigni, si presta anche ad un impiego “dual use”. L’impiego “duale” si è nel tempo realizzato attraverso collaborazioni con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con la Magistratura, con lo scopo di ricercare e investigare relitti reperti o qualunque altro oggetto giacente sui fondali. Ulteriore impiego istituzionale, l’Unita è principalmente desinata al controllo delle frontiere marittime, la salvaguardia dell’ecosistema marino ed il soccorso delle vite umane in mare.

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