
L’83ª sessione del Comitato per la Protezione dell’Ambiente Marino (MEPC) dell’IMO ha segnato un passaggio rilevante nel percorso verso la riduzione delle emissioni del trasporto marittimo internazionale
L’approvazione del nuovo IMO Net Zero Framework, un pacchetto di misure che punta a guidare il settore verso le zero emissioni nette entro la metà del secolo – frutto di un lungo e complesso negoziato – introduce un sistema globale di carbon pricing, il primo di questo tipo nel settore marittimo
Roma, 15 aprile 2025 - Si tratta di un quadro regolatorio ancora in fase di definizione, che dovrà essere formalmente adottato nella sessione straordinaria del Comitato prevista per ottobre 2025, e che prevede un’applicazione graduale a partire dal 2027.
Il nuovo framework può essere considerato un esperimento avanzato di governance climatica settoriale, con l’obiettivo di indirizzare gli investimenti verso tecnologie a basse e zero emissioni.
Il sistema prevede incentivi per le navi più efficienti, oltre a una tassazione legata al saldo emissivo, secondo una metodologia “well-to-wake” che prende in considerazione l’intero ciclo di vita dei combustibili.
L’accordo trovato, sebbene non perfetto per alcuni aspetti ha riportato l’IMO in prima linea nell’ambito degli sforzi per una rapida decarbonizzazione per affrontare la crisi climatica.
Armatori e produttori di energia necessitano di un quadro normativo funzionale, trasparente e semplice da gestire, che generi gli incentivi necessari per accelerare la transizione energetica al ritmo richiesto; allo stato attuale delle tecnologie sono necessari significativi investimenti in carburanti a zero emissioni. Il settore marittimo sta già investendo miliardi in nuove navi e tecnologie verdi per essere pronto per i nuovi carburanti quando arriveranno.
“Il quadro approvato presenta elementi di interesse, ma anche numerose aree che richiedono approfondimento e chiarimenti applicativi” – ha dichiarato il Presidente di Confitarma Mario Zanetti. “È essenziale che le nuove misure non si traducano in un aggravio, soprattutto per quelle realtà che stanno già investendo nella transizione energetica e che sia fornita la certezza di cui i produttori di energia hanno urgente bisogno per ridurre i rischi delle loro ingenti decisioni di investimento.”
Il framework IMO ha l’obiettivo di delineare una transizione ecologica che sia anche equa e globale, mentre i trasporti “terrestri”, almeno per ora, tendono a concentrarsi su obiettivi climatici tecnici (CO₂/km) e strategie nazionali o regionali, senza una vera visione di inclusione globale.
“In tale contesto” – ha aggiunto Zanetti - “il settore del trasporto marittimo rischia di perdere competitività rispetto alle altre modalità di trasporto, se i costi ambientali non sono bilanciati da strumenti analoghi negli altri settori.
C’è un rischio reale di distorsione, ma l’accordo MEPC 83 è anche un’opportunità per ripensare l’intera catena logistica globale in chiave sostenibile. Serve però coerenza tra settori per evitare che chi fa già di più per il clima venga penalizzato sul mercato”.
Confitarma, che ha seguito da vicino i lavori attraverso la partecipazione attiva all’ICS, sottolinea l’importanza di mantenere un approccio pragmatico e globale.
Il trasporto marittimo necessita di regole semplici, stabili e applicabili a livello internazionale. La frammentazione normativa tra settori – e tra aree geografiche – rischia infatti di creare squilibri competitivi.
Il MEPC 83 ha inoltre affrontato altri temi ambientali rilevanti, come l’efficienza energetica, il trattamento delle acque di zavorra e la revisione del Carbon Intensity Indicator (CII), il cui impatto operativo resta oggetto di discussione tra gli operatori del settore.
L’accordo raggiunto all’IMO rappresenta un punto di partenza importante, ma molti dettagli rimangono ancora da definire.
“Confitarma” – ha concluso il presidente Zanetti – “continuerà a collaborare con l’Amministrazione italiana e con le associazioni internazionali delle quali fa parte in rappresentanza dell’armamento italiano – in primis ICS ed ECSA – per garantire che il processo di implementazione tenga conto delle esigenze operative dell’industria e contribuisca a una decarbonizzazione sostenibile, graduale e realistica”.