Bruxelles, 6 agosto 2015 – Dichiarazione congiunta del Primo vicepresidente Frans Timmermans, dell’Alto rappresentante/vicepresidente Federica Mogherini e del Commissario per la migrazione e gli affari interni Dimitris Avramopoulos sul recente incidente nel Mediterraneo.
È con profonda tristezza che abbiamo appreso dell’incidente accaduto ieri poche miglia al largo delle coste libiche.
L’UE desidera lodare la Guardia costiera italiana, i mezzi e le imbarcazioni FRONTEX gestite da Médecins Sans Frontières e la Struttura offshore di soccorso ai migranti per i loro sforzi instancabili volti a salvare vite umane, oggi come in passato.
Siamo riusciti a salvare quasi 400 vite, ma almeno 25 persone hanno perso la vita in questa nuova tragedia, e una sola vita perduta è una di troppo.
L’UE si sta adoperando massicciamente per prevenire queste terribili tragedie. Abbiamo infatti triplicato le risorse destinate alle operazioni di ricerca e soccorso in mare, riuscendo così a salvare oltre 50.000 persone dal 1º giugno 2015. Ma anche se il numero di persone che muoiono in mare è stato drasticamente ridotto, ciò non basta – e non basterà mai – per prevenire tutte le tragedie. Dobbiamo peraltro riconoscere che queste misure di emergenza si sono rivelate necessarie perché la politica collettiva europea in materia non ha centrato i suoi obiettivi.
Non esiste una risposta semplice e unica alle sfide poste dalla migrazione. E nessuno Stato membro può affrontare in modo efficace la migrazione da solo. È evidente che serve un nuovo approccio, un approccio più europeo.
L’Agenda europea sulla migrazione da noi presentata in maggio prevede una simile risposta europea, combinando le politiche interne ed esterne, utilizzando al meglio le agenzie e gli strumenti dell’UE e coinvolgendo tutti i soggetti: gli Stati membri, le istituzioni dell’UE, le organizzazioni internazionali, la società civile, le autorità locali ed i paesi terzi. L’agenda è già in fase di attuazione.
Occorre affrontare questa sfida sotto tutti i punti di vista: l’aumento della nostra presenza in mare (attraverso le nostre operazioni navali Triton, Poseidon e EUNAVFOR MED), la cooperazione con i paesi di origine e di transito (a tal fine in novembre terremo un vertice a La Valletta con i paesi chiave dell’Africa), la repressione delle reti di trafficanti, una maggiore efficacia dei rimpatri e la solidarietà con i paesi in prima linea.
La migrazione non è un tema popolare o gradevole. È facile piangere davanti alla TV quando assistiamo a simile tragedie. Ma è più difficile farsi avanti e assumersi le proprie responsabilità. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è il coraggio collettivo per fare seguire azioni concrete a parole che altrimenti rimarrebbero lettera morta.