Per il ministro De Vincenti, la Zes è solo un primo strumento che deve essere seguito da una serie di interventi di semplificazione procedurale e normativa: sul piano doganale – ha sottolineato il ministro – è stato fatto molto (l’Italia è diventata la prima per i tempi delle operazioni di pre-clearing, di sdoganamento in mare), occorre ora proseguire per ridurre i tempi delle altre operazioni legate al carico e scarico delle merci nei porti. La Zes e gli investimenti infrastrutturali nei porti – ha ricordato ancora De Vincenti – si inseriscono nei piani di sviluppo del Patto per il Sud, che prevedono un rilancio del ruolo dei porti del Mezzogiorno nel Mediterraneo: “C’è ancora molto da fare, ma non dobbiamo dimenticare che non partiamo da zero: l’Italia è il primo paese in Europa per il commercio marittimo e oltre la metà di questo traffico si svolge proprio dai porti del Mezzogiorno: su Taranto abbiamo investito molto, Evergreen forse oggi si pente di aver abbandonato l’Italia, perché la nuova darsena orientale è una delle infrastrutture più moderne e competitive oggi in Europa”, ha sottolineato.
Il volume che è stato presentato anche con il contributo di Anna Maria Carloni, deputata della Commissione Trasporti, è stato curato da Piero Antonio Toma e contiene una serie di saggi di 16 autori, protagonisti della vita sociale, culturale ed economica di Napoli, della Campania e del Mezzogiorno. Gli autori indagano i vari aspetti del rapporto della città di Napoli con il suo porto, con l’obiettivo di “rammendare” – come ha sottolineato la Carloni – un tessuto che, in alcuni periodi, ha portato una scrittrice come Anna Maria Ortese a scrivere che “Il mare non bagna Napoli” e che oggi, invece, con i progetti di sviluppo e l’enorme impatto che può avere il ridisegno architettonico del waterfront portuale e la nuova sistemazione dell’area di Piazza Municipio con il completamento della stazione metropolitana, può definitivamente rilanciare il ruolo della città partenopea.