“La decisione del TAR- ha commentato il Presidente dell’AdSP del Mar Tirreno centrale- sblocca una delle opere principali per lo sviluppo del nostro scalo e apre una fase del tutto nuova propedeutica al completamento del Nuovo Terminal di Levante”.
1.306.736 m3 è il volume complessivo da dragare nel porto di Napoli, 2 milioni circa di m3 il volume complessivo per il porto di Salerno. I costi degli interventi sono di 18 milioni per lo scalo salernitano e di 45 milioni di euro per quello napoletano. Tempi di durata dei lavori dal momento dell’apertura dei cantieri: 690 giorni per Napoli, otto mesi per Salerno. Al termine dei lavori le banchine del porto di Napoli raggiungeranno mediamente i 15/16 m. di profondità, quelle del porto di Salerno 13,40 m. di profondità.
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L’intervento, infatti, consentirà una revisione della capacità produttiva del porto (con ricadute sui traffici commerciali), e una razionalizzazione delle relazioni intermodali, e consentirà altresì di aumentare il livello di sicurezza e salubrità delle aree adiacenti al porto.
Il dragaggio, la Darsena di Levante e i collegamenti stradali e ferroviari, nel loro insieme, elimineranno i vincoli che confinano la funzionalità dello scalo marittimo partenopeo, razionalizzando le infrastrutture e migliorando il sistema delle relazioni intermodali attraverso un incremento della ripartizione modale delle merci su ferro con impatti positivi sull’inquinamento dell’aria, sulla sicurezza delle movimentazioni delle merci e sulla sicurezza della navigazione.
Ciò risponde ad una strategia complessiva per il riordino e lo sviluppo sostenibile del porto di Napoli, che deve necessariamente essere considerato come un nodo terminale di una più ampia rete della portualità regionale e della logistica campana nel contesto nazionale e del bacino del Mediterraneo, in linea con il Programma Nazionale delle Infrastrutture Strategiche (ed 2012) che evidenzia, tra le altre, la chiara ed esplicita forza del quadro programmatico delle Reti TEN – T a valle della decisone del Consiglio dei Trasporti della Unione Europea del 22 marzo 2012 (con un solo un chiaro disegno programmatico che, per la prima volta nella storia della Unione Europea, indica ai vari Stati membri un quadro dettagliato di priorità) ed una grande attenzione alla tematica portuale in quanto forza determinante per la crescita e lo sviluppo economico.
Tornando al rigetto del Tribunale Amministrativo Regionale, i Giudici hanno correttamente ritenuto che “… l’interesse pubblico alla realizzazione dei lavori sia particolarmente qualificato avuto riguardo alla natura dell’opera …”. La sentenza, invece, è attesa per la metà del mese di gennaio del 2018 ma nel frattempo si potrà procedere all’apertura dei cantieri, assicurando al porto di Napoli gli ingenti finanziamenti comunitari assegnati, nel Grande Progetto, all’opera di dragaggio dei fondali ( circa 40 milioni di euro).