NAPOLI, 6 ottobre 2016 – L’appuntamento è fissato per sabato 8 ottobre, alle ore 20. Nei saloni del Reale Yacht Club Canottieri Savoia rappresentanti delle istituzioni, il segretario generale del Coni Roberto Fabbricini, i vertici della Federazione Italiana Canottaggio, i soci del Circolo e gli appassionati di ogni età: tutti riuniti per celebrare la medaglia di bronzo olimpica di Matteo Castaldo e la partecipazione nella rassegna a cinque cerchi di Fabio Infimo.
Castaldo è salito sul podio di Rio nel Quattro senza Senior maschile di canottaggio, insieme a Giuseppe Vicino, Domenico Montrone e Matteo Lodo, portando così il guidone del RYCC Savoia al vertice della più importante competizione sportiva internazionale. Infimo s’è invece fermato ai ripescaggi con l’Otto.
Carlo Campobasso, presidente RYCC Savoia, afferma: “Siamo orgogliosi di essere riusciti a portare due atleti alle Olimpiadi, è un evento eccezionale per un circolo che si basa soltanto sulle rette dei suoi soci e non sul contributo di sponsor o su risorse pubbliche. Matteo e Fabio sono portacolori soltanto del Circolo Savoia e con questi colori hanno ottenuto un risultato eccezionale come la partecipazione alle Olimpiadi. Per di più, Castaldo è riuscito a centrare l’obiettivo di una medaglia in una disciplina come il canottaggio, la prima per il Circolo Savoia. A Matteo e Fabio, e al loro allenatore Andrea Coppola, consegneremo una targa, il giusto riconoscimento per il sacrificio fatto e per aver calamitato un numero incredibile di nuove leve che sognano di eguagliare i loro successi. Per il nostro Circolo è di fondamentale importanza sottrarre i ragazzi dalla strada e portarli in palestra”.
Per l’occasione il Circolo Savoia ricreerà una sorta di Casa Italia grazie al coinvolgimento di Eccellenze Campane: “L’azienda di Paolo Scudieri, nostro consocio, ha allestito Casa Italia a Rio – spiega il presidente Campobasso – gli abbiamo chiesto di replicarla, in piccolo, sabato. Sarà una serata evento aperta a tutta la cittadinanza, speriamo che tanti possano scendere le scale di Santa Lucia per partecipare. Nella stessa occasione abbiamo invitato e festeggeremo anche Giuseppe Vicino, capovoga del Quattro senza bronzo a Rio: è cresciuto al Circolo Italia, ma per noi lo sport va ben oltre i campanilismi di club”.
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L’intervista a Castaldo. Matteo Castaldo ha vissuto una carriera di alti e bassi. Sei anni fa s’era praticamente arreso, non riuscendo ad ottenere i risultati sperati. Poi la rinascita: “Devo tutto al Circolo Savoia che mi ha dato una seconda vita. È stato ovviamente fondamentale il ruolo del mio allenatore, Andrea Coppola, che è anche tecnico della Nazionale: senza la sua presenza tutti noi non ci saremmo neanche sognati di ottenere certi risultati. Mi chiese di andare avanti quando avevo praticamente smesso: ha avuto ragione, se avessi appeso i remi al chiodo mi sarei perso tutte queste sensazioni”.
Un ricordo delle Olimpiadi: “Mi è rimasta nella mente la felicità che ho provato sul podio, è stata una gioia immensa per me e per la nostra famiglia. Mia moglie era al nono mese di gravidanza, di lì a pochi giorni sono diventato papà di una splendida bambina. Mentre in Brasile con me c’erano papà Nino e nonno Carlo Rolandi, alla sua decima Olimpiade: ne ha disputate 5 da atleta e 4 da giudice, quella di Rio era la prima da spettatore”.
Neppure il cammino a cinque cerchi è stato facile: “L’infortunio di Vicino ha pregiudicato la nostra prestazione in semifinale, per fortuna il maltempo ha fatto slittare il programma di 24 ore e in finale il nostro capovoga è tornato quello di sempre. Il bronzo? Impossibile fare di più, forse ci poteva avvantaggiare il vento a favore ma non credo che sarebbe cambiata la storia”.
Un messaggio ai giovani atleti: “A loro dico di prendere come esempio la mia storia agonistica: io incarno il sacrificio e l’abnegazione per arrivare a certi risultati. Nessuno poteva aspettarsi quello che ho ottenuto perché non sono fisicamente dotato, ma partendo da una discreta base e lavorando con impegno si può raggiungere qualcosa di importante. Chiudi gli occhi e vai, dice il mio allenatore. Così ho fatto”.