NAPOLI:Presentazione del libro Nuovi Studi sulla Tabula de Amalpha

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Napoli, 27 febbraio 2017 – A Napoli, il 3 marzo prossimo, alle ore 17,30 nella Sala Convegni Polo Umanistico Cnr Via Cardinale G. Sanfelice, 8 (VI piano) sara’ presentato il libro dell’avvocato Alfonso Mignone  ”Nuovi Studi sulla Tabula de Amalpha” in partnership con il Museo del Mare di Bagnoli e la storica Libreria Neapolis di Annamaria Cirillo. Il programma oltre ai Saluti del direttore Salvatore Capasso e’ previsto gli interventi delle docenti Paola Avallone, Maria Sirago e Raffaella Salvemini e dell’infaticaile autore, Alfonso Mignone.

Le Tavole amalfitane (note anche come Tabula Amalphitana o Tabula de Amalpha), il cui titolo originario latina era Capitula et ordinationes Curiae Maritimae nobilis civitatis Amalphe, erano un codice marittimo, redatto ad Amalfi intorno all’XI secolo. Si tratta del più antico statuto marittimo italiano, adoperato in tutta l’area del mar Mediterraneo fino al XVI secolo.

Le Tavole amalfitane contenevano diverse norme che regolamentavano i traffici, i commerci ed il comportamento in mare dei membri di un equipaggio, attribuendo a ciascuno di loro specifici diritti e doveri.

Tavole Amalfitane e imprese di navigazione nel medioevo saranno argomento del dibattito così come la loro influenza nella legislazione marittima del Regno di Napoli. La Tabula è stata infatti citata dal giurista napoletano Michele De Jorio come fonte del progetto del Codice Marittimo per il Regno di Napoli che fu commissionato da Ferdinando IV di Borbone nel 1781 ma non entrò mai in vigore

Il codice, composto da 66 articoli detti “capitoli”: i primi 21, scritti in latino, sono la sezione più antica del codice e sono datati all’XI secolo, mentre i restanti 45, scritti in volgare, vennero aggiunti successivamente nel XIII secolo. Il testo delle Tavole è giunto sino ai giorni nostri tramite le copie su carta a mano commissionate dai nobili amalfitani dell’epoca, mentre la versione originale non esiste più. Nel 1929 il governo italiano comprò dall’ Austria una di queste copie (in passato di proprietà del doge veneziano Marco Foscarini), per poi consegnarla ad Amalfi; il documento è tuttora conservato nel museo civico all’interno del palazzo comunale della città.

 

 

 

 

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