NUOVO ARTICO, VECCHIO MEDITERRANEO: INSIEME IN UN INSOLITO DESTINO

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Presentato oggi a Milano il 2° Forum Internazionale del Milan Center for Food and Law Policy

Palazzo della Borsa di Genova, 13 e 14 novembre

 

Milano, 19 ottobre 2018 – Le conseguenze del cambiamento climatico – e non solo – stanno radicalmente trasformando il Nuovo Artico e il Vecchio Mediterraneo. Nelle due regioni esiste un comune interesse sul fronte dei diritti: il Nuovo Artico conosce la prepotenza della colonizzazione economica e il Vecchio Mediterraneo l’emarginazione, l’ingiustizia e l’impoverimento di intere comunità. L’Italia, con Università e Imprese, è impegnata su entrambi i fronti. L’Italia può essere la piattaforma per il nuovo futuro dell’economia del Mediterraneo e lo sviluppo del mondo Artico, determinante per i nuovi equilibri mondiali? Quali sono le principali emergenze da affrontare? Quali nuove opportunità di sviluppo si stanno presentando?

Questi temi verranno affrontati nel corso del Secondo Forum Internazionale organizzato dal Milan Center for Food Law and Policy, presentato oggi a Palazzo Pirelli, Regione Lombardia.

Il tema del Forum, che avrà luogo il 13 e 14 novembre presso il Palazzo della Borsa di Genova, sarà ‘NUOVO ARTICO, VECCHIO MEDITERRANEO: INSIEME IN UN INSOLITO DESTINO’. 

Per la prima volta verranno messi a confronto e in relazione due mari distanti e opposti per geografia, ecosistemi, cultura, ma strettamente interconnessi, perché entrambi travolti oggi da un insolito destino, quello delle conseguenze del cambiamento climatico.

Con questa conferenza, il Milan Center for Food and Law Policy lancia la seconda edizione del proprio Forum Internazionale – ha esordito Livia Pomodoro, Presidente del Milan Center for Food and Law Policy. – Quest’anno si svolgerà a Genova, città di mare per eccellenza, per dare il nostro contributo a mantenere alta l’attenzione sulla tragedia dello scorso agosto. A novembre la città ligure sarà dunque al centro del dibattito internazionale sui due mari che, con il cambiamento, troveranno mutamenti profondi nei loro ecosistemi. Vogliamo essere pronti non solo a gestire le problematiche ma anche a sfruttare le opportunità.
Dal dibattito è emerso quanto sia importante che l’Italia si renda promotore di iniziative istituzionali internazionali sulle tematiche che interessano tutta l’umanità a partire dalla candidatura italiana per COP 26/2020 ed in continuità con Expo 2015 e la Carta di Milano, nel quadro dello sviluppo sostenibile e degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, nonché per la realizzazione di eventi ed iniziative ad essi collegati. Siamo inoltre lieti di annunciare – ha concluso Livia Pomodoro – la presenza al forum di Genova della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, istituzione dedicata alla tutela dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile su scala globale.

Nel messaggio inviato ai partecipanti, il sindaco di Genova e Commissario Straordinario per la Ricostruzione di Ponte Morandi, Marco Bucci ha dichiarato: Siamo onorati di ospitare il  Milan Center for Food and Law Policy  che lancia la seconda edizione del proprio Forum Internazionale proprio nella nostra città, per dare un contributo – da noi particolarmente gradito – a mantenere alta l’attenzione sulla città dopo la tragedia dello scorso agosto. Genova è tra le prime dieci grandi città europee più colpite dal riscaldamento globale negli anni Duemila. La nostra città ha conosciuto nella sua storia gli effetti drammatici dovuti alle alluvioni, che in questi ultimi anni si stanno facendo sempre più frequenti. A questo proposito siamo impegnati per la messa in sicurezza del territorio attraverso gli importantissimi lavori che l’Amministrazione sta realizzando sotto il profilo idrogeologico, dalla realizzazione dello scolmatore del torrente Fereggiano all’ampliamento dello sbocco del torrente Bisagno, ma anche attraverso la crescita di una cultura della prevenzione tra la popolazione. Ben venga dunque un confronto su queste tematiche in questa nostra città che ha svolto un ruolo di primo piano nel Mediterraneo e vuole continuare a svolgerlo anche in futuro, cominciando dalla difesa del mare. 

Il Milan Center for Food and Law Policy è un osservatorio permanente e punto di riferimento mondiale per il diritto al cibo nato grazie ad un protocollo d’intesa tra Expo Milano 2015, Camera di Commercio di Milano, Comune di Milano e Regione Lombardia.

Nel corso della Conferenza odierna sono state fornite alcune importanti anticipazioni.

Nel Grande Nord, a causa dello scioglimento progressivo dei ghiacci causato da un riscaldamento doppio rispetto al resto del Pianeta, sta nascendo un nuovo mare pressoché delle stesse dimensioni del Mediterraneo, ricco di risorse fossili e geopolitiche – ha spiegato Mark C. Serreze, direttore del National Snow and Data Center dell’Università del Colorado. Si aprono così nuove vie d’acqua, nuovi enormi spazi marini internazionali, si sviluppa un nuovo ecosistema marino, si annunciano nuovi preziosi territori di pesca. Il Nuovo Artico si affaccia ora alla Grande Storia, di cui il Mediterraneo è antico testimone. Offre immense opportunità e pone questioni inedite dal punto di vista scientifico, giuridico e politico. Il nuovo mare va studiato, regolato e mantenuto in sicurezza. Accade così che le nazioni artiche si preparano al futuro, dove il Nuovo Artico sarà sempre più mite, abitato, conteso. Inoltre, come dimostrato dal recente rapporto dell’IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change -, le manovre preventive per evitare i principali impatti dei cambiamenti climatici si stanno esaurendo sempre più rapidamente. Nessun posto al mondo più dell’area artica subisce i più scioccanti segnali di emergenza.  I cambiamenti climatici, sempre più diffusi e repentini, avranno ripercussioni in tutto il mondo.

Il cambiamento climatico – ha sottolineato Livia Pomodorosta trasformando anche il Vecchio Mediterraneo: qui le conseguenze sono soprattutto negative dal punto di vista degli eventi climatici estremi, per l’impatto sull’ecosistema, per la progressiva desertificazione d’intere regioni così come a causa della pressione politica ed economica nella gestione della ‘migrazioni climatica’.  L’Italia, con le università e le imprese, è impegnata, sia sul Mediterraneo che nell’Artico, nel contrasto alle emergenze e nell’esplorazione di nuove opportunità di sviluppo offerte dal cambiamento climatico.  Nelle due regioni esiste un comune interesse sul fronte dei diritti. Il Nuovo Artico conosce la prepotenza della ‘colonizzazione’ economica che sta minacciando l’identità e la sopravvivenza delle popolazioni autoctone. Ma anche nel Vecchio Mediterraneo il cambiamento climatico, soprattutto per l’impatto sull’agricoltura e la pesca, genera emarginazione, ingiustizia e impoverimento in intere comunità. L’Italia – ha concluso Livia Pomodoro - non è solo piattaforma di un possibile nuovo futuro per l’economia del Mediterraneo e un crocevia cruciale per il Sud del mondo, ma la sua storica presenza nel mondo Artico, con esplorazioni, ricerca e investimenti, le permette oggi di essere tra i Paesi più impegnati a difendere i diritti, la cooperazione e l’equo sviluppo in una regione diventata determinante negli equilibri mondiali.

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