Livorno, 17 dicembre 2014 – Ankara getta un ponte verso Livorno. A Palazzo Rosciano, sede dell’Autorità portuale di Livorno, si è presentata questa mattina una folta delegazione turca. La visita, programmata da tempo e organizzata da Port Authority, Camera di Commercio e Toscana Promozione, è stata qualcosa di più che una semplice “presa di contatto” con gli operatori dell’ex impero ottomano ma una prova di intesa generale che si inserisce nel solco di relazioni già consolidate da tempo.
La Turchia è infatti considerata da molti uno dei paesi più forti del terzo millennio, si trova praticamente al crocevia di tre continenti: Asia, Europa e Medio Oriente, ed è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area mediterranea: sono 1.188 le imprese italiane attive nel Paese, con un fatturato di 20 miliardi di euro e un impatto occupazionale di oltre 130 mila addetti.
Sono questi i numeri che hanno rafforzato negli imprenditori locali la convinzione che Ankara abbia le potenzialità per diventare l’ago della bilancia nei rapporti tra l’Occidente e il Far East.
«Nella visita di oggi – ha dichiarato il presidente Gallanti – si è ribadito il reciproco interesse a rafforzare gli attuali rapporti commerciali e a svilupparne di nuovi. In particolare, ci sono ottime opportunità sul fronte dei rotabili. Chiaramente – come sottolineato da più di un operatore turco – andrebbe prima risolto, a livello nazionale, il problema del numero limitato dei permessi rilasciati agli autotrasportatori turchi: 13 mila all’anno sono troppo pochi per soddisfare le esigenze di mercato».
La partecipazione turca a Livorno ha schierato colossi del calibro di Arkas, che vanta una flotta di 37 navi, e che ha da poco consolidato la propria presenza nell’Adriatico, ma anche di Un Ro-Ro Isletmeleri AS, la compagnia traghetti da poco venduta dalla Equity firm americana KRR a una partnership formata dai fondi locali Esas e Actera. Nella guest list c’erano anche rappresentanti della Kaptanolgu Holding (specializzata nel trasporto delle merci alla rinfusa) e della Ulusoy Holding, un vero e proprio impero da 300 milioni di dollari di fatturato, che nel 2003 ha acquistato il porto di Çeşme, e che oggi è particolarmente attivo nel settore dei Ro/Ro e in quello del break-bulk.
La presenza in contemporanea di tutti questi armatori, ognuno con aree di influenza non solo domestica, ha attirato l’interesse di molti operatori labronici, soprattutto spedizionieri e agenti marittimi. Sette le imprese del settore marittimo che hanno scelto di utilizzare questa importante occasione per incontrare i turchi: Base Spedizioni Internazionali Spa; Euromar Srl; Porto Spedizioni Internazionali; Mediterranean Sea Agency Srl; Unicoop Impresa; Tubino srl e Netorsped Surl.
A Palazzo Rosciano è stato il responsabile promozione e studi dell’APL, Francesco Ghio, a illustrare agli ospiti potenzialità e limiti dello scalo labronico: «Siamo soddisfatti per come si è svolto questo incontro – ha detto Ghio –, gli operatori sembrano anche molto interessati alla possibilità di utilizzare le linee ferroviarie locali per caricare sui treni trailer, camion e semi-rimorchi. A tal riguardo, i rapporti con l’Interporto di Bologna e i relativi progetti di collegamento ferroviario potranno rivelarsi molto utili per l’immediato futuro».
Dopo l’incontro con i vertici dell’Authority, la delegazione ha avuto modo di visitare il porto di Livorno e di conoscere da vicino i progetti di potenziamento infrastrutturale dello scalo livornese. La giornata è terminata presso la sede della Camera di Commercio con una serie di incontri bilaterali tra gli operatori.
«E’ provato – ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio, Sergio Costalli – che le relazioni trasversali tra Italia il Mediterraneo Orientale/Mar Nero sono quelle che offrono agli operatori le migliori condizioni in tema di risultati e ritorno economico. Abbiamo messo a disposizione degli ospiti turchi tutto il nostro Know-how. Speriamo che da questi incontri nascano nuove opportunità di sviluppo commerciale. Il potenziamento del traffico marittimo fra Turchia e Livorno deve rappresentare uno dei nuovi traguardi da raggiungere nei rapporti fra i due Paesi».