Pesca: un mare di sussidi al settore

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BRUXELLES – Il valore reale dei sussidi europei e dei governi nazionali per il settore della pesca nel 2009 ammonta a 3,3 miliardi di euro, cioé oltre tre volte il numero fornito dalla Commissione europea e la metà del valore del pescato nell’Ue lo stesso anno. In pole position c’é la Spagna (733.961.495), seguita da Francia (361.937.900), Danimarca (307.387.494), Gran Bretagna (264.703.762) e Italia (250.699.139). E’ quanto afferma l’ultimo rapporto di Oceana, un’organizzazione internazionale per la conservazione marina, che ha tenuto conto non solo dei pagamenti dei fondi europei per la pesca, ma anche delle sovvenzioni da parte dei singoli Stati membri, come quella dell’esenzione dalle tasse sul carburante (1,4 miliardi di euro).Oceana è “estremamente preoccupata” in particolare per l’uso di “sussidi nocivi”, indirizzati all’aumento della capacità delle flotte, il carburante, la sostituzione dei motori, marketing e campagne
promozionali, costruzione di porti e magazzini. L’organizzazione sottolinea che nonostante questi finanziamenti c’é un problema di eccesso di pesca nelle acque europee e le flotte di pescherecci Ue si trovano anche negli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano. In vista della modifica della politica Ue della pesca, Oceana chiede “un drastico cambiamento”, per fermare l’aumento della capacità di pesca e “l’enorme inefficienza” di questa industria.
“I sussidi alla pesca – afferma Oceana – non solo sostengono l’eccesso di pesca, riducendo direttamente i costi operativi, ma rende possibile pescare di più”.

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