Porto Empedocle: Guardia Costiera a caccia di specchi acquei abusivamente occupati

controllo corpo morti

Operazione FREE HARBOUR: la Capitaneria di Porto di P. Empedocle, con l’ausilio del 3° Nucleo Subacquei Guardia Costiera di Messina e del 4° Nucleo Subacquei Guardia Costiera di Cagliari, mette a segno un importante risultato nel recupero degli specchi acquei abusivamente occupati

Porto Empedocle, 5 luglio 2014 – La Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Porto Empedocle, nell’ambito delle attività tese al recupero degli specchi acquei abusivamente occupati ed al ripristino delle condizioni di sicurezza della navigazione e salvaguardia dell’ambiente marino, ha messo a segno un’importante risultato grazie all’intervento degli operatori subacquei della Guardia Costiera.
Dopo una serie di sopralluoghi svolti nei mesi di maggio e giugno, con la collaborazione del 4° Nucleo Subacquei Guardia Costiera di Cagliari, la Capitaneria di Porto ha rinvenuto numerose installazioni illecite volte a consentire l’ancoraggio e l’ormeggio di unità da diporto (di lunghezza fino a 10 mt.) in violazione alle vigenti Ordinanze dell’Autorità Marittima e alle norme in tema di demanio marittimo e portuale. I rilievi fotografici e le riprese video effettuate hanno quindi consentito di pianificare lo svolgimento di un’accurata operazione di bonifica ambientale, preceduta dall’affissione di avvisi di sgombero e preavviso di rimozione e dall’emanazione dell’Ordinanza n. 26/2014 per disciplinare le conseguenti attività.
L’operazione FREE HARBOUR (porto libero), condotta dall’1 al 4 luglio u.s., ha pertanto visto l’impiego di 10 militari e 2 mezzi nautici della Capitaneria di Porto, nonché di 6 operatori specializzati appartenenti al 3° Nucleo Subacquei Guardia Costiera di Messina (il cui intervento è stato appositamente autorizzato dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto), ed ha riguardato due distinti specchi acquei dello scalo empedoclino, lungo la banchina Sanità e nell’area antistante la Torre Carlo V.
Nel corso dell’operazione FREE HARBOUR sono stati identificati oltre 30 sistemi abusivi di ormeggio, in precarie condizioni di sicurezza, con la rimozione di altrettanti gavitelli e di un gran numero di corpi morti (utilizzati per favorire l’ancoraggio al fondale marino) costituiti dal materiale più vario: rampini, ancorotti, blocchetti in cemento o secchi di plastica riempiti a cemento, massi in pietra, perfino un pacco batteria auto e la struttura esterna di un passeggino. Sono stati inoltre rimossi un pontile in ferro per imbarcazioni, 10 scalette in ferro (fissate a terra lungo la banchina Sanità per permettere l’accesso ai natanti ormeggiati), 150 metri di cime d’ormeggio, 20 metri di catenarie, 4 pneumatici, 4 picchetti, una griglia in ghisa.
Tutti i beni sono stati posti sotto sequestro giudiziario, d’intesa con la Procura della Repubblica di Agrigento, e successivamente avviati a distruzione e smaltimento mediante ditta autorizzata al fine di sottrarli alla disponibilità dei trasgressori. Apposita notizia di reato contro ignoti è stata inoltrata all’Autorità Giudiziaria, al termine dell’operazione, per violazione degli art. 54, 1161 e 1231 del Codice della Navigazione, in tema di abusiva occupazione demaniale e sicurezza della navigazione.
La Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Porto Empedocle sta intensificando, d’intesa con le forze di polizia e l’Amministrazione Comunale, le operazioni di vigilanza tese al ripristino delle condizioni di sicurezza e bonifica ambientale delle aree portuali, nell’ambito della riqualificazione dello scalo. Scopo dei controlli è quello di sottrarre ai soggetti privi di titolo le aree demaniali e gli specchi acquei abusivamente occupati, che potranno così tornare disponibili all’uso pubblico nel rispetto delle norme tese a garantire la sicurezza della navigazione, la tutela della pubblica incolumità e la salvaguardia ambientale.

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