L’Italia, con Rete Autostrade Mediterranee (RAM), al centro del progetto di potenziamento infrastrutturale e logistico del corridoio Adriatico-Ionico. I porti di Ancona, Trieste e l’Interporto di Trieste i protagonisti
Roma, 21 aprile 2017 – Rete Autostrade Mediterranee sarà presente, con il progetto Adri Up (Adriatic MoS Upgraded Services), alla terza edizione dell’Adriatic Sea Forum, che si terrà a Budva (Montenegro) il 27 e 28 aprile. Il Forum, appuntamento internazionale per tutti gli operatori di settore del comparto traghetti, crociere, nautica e più in generale nel settore marittimo dell’area adriatica, rappresenta l’occasione per discutere e analizzare le nuove sfide e opportunità del settore, anche al fine di approfondire e sviluppare nuovi business e progetti. Tra questi Rete Autostrade Mediterranee (RAM) con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Centrale, presenterà il progetto europeo Adri Up.
Adri Up, progetto cofinanziato dal programma europeo CEF nella call 2015, si pone l’obiettivo di sviluppare e di efficientare i servizi di Autostrade del Mare lungo l’asse Italia-Grecia, con uno sguardo anche verso i flussi di traffico da e per i Paesi non UE del Mediterraneo Orientale, attraverso importanti interventi infrastrutturali nei porti di Ancona, Trieste, nell’Interporto di Trieste e nel retroporto di Igoumentisa, in Grecia.
Più specificatamente, l’Azione prevede la progettazione definitiva ed esecutiva per l’upgrading delle infrastrutture ferroviarie interne al porto e per la realizzazione del nuovo terminal Ro-Pax nel porto di Ancona; la ristrutturazione funzionale e tecnica del Molo VI nel porto di Trieste; l’elettrificazione e il miglioramento del punto di accesso dei collegamenti ferroviari e l’estensione ricettiva del retroporto di Fernetti; la costruzione e lo sviluppo delle connessioni stradali del retroporto di Igoumenitsa.
Tali interventi consentiranno di rendere più efficienti le connessioni tra porti e hinterland, di apportare importanti aumenti di capacità negli scali portuali e di promuovere la sostenibilità delle rotte marittime che interessano i nodi logistici dell’Adriatico-Ionio, mettendo in connessione 4 corridoi centrali della rete transeuropea dei trasporti: lo Scan-Med, il Bac, il Med e l’Orient-East Med.
Il corridoio intermodale adriatico-ionico è tra i più utilizzati per il traffico merci all’interno dell’area del Mediterraneo Orientale: il miglioramento delle infrastrutture portuali e retroportuali previsto dal progetto Adri Up consentirà la concentrazione dei flussi di traffico, con un conseguente aumento della capacità portuale, dell’integrazione logistica e della rimozione dei colli di bottiglia. Con il trasferimento delle merci dal trasporto su gomma a quello marittimo e ferroviario, sarà garantita altresì la sostenibilità ambientale del trasporto merci, attraverso la riduzione delle esternalità negative. Il progetto favorirà inoltre la cooperazione tra i porti, essenziale per la creazione di un collegamento efficiente, sostenibile e integrato.
“Adri Up rappresenta un progetto cardine e una buona pratica sia rispetto alla nuova pianificazione e programmazione nazionale in materia di porti sia rispetto alla politica europea dei trasporti – ha dichiarato l’Amministratore Delegato e Presidente di RAM, Antonio Cancian – Da un lato, infatti, gli interventi riguardano le categorie progettuali del miglioramento dell’accessibilità marittima, della promozione delle connessioni intermodali interne agli scali portuali e all’upgrading delle connessioni di ultimo miglio degli stessi, così come ribadito nell’ultimo Allegato Infrastrutture al DEF 2017”.
Il Presidente Cancian ha poi proseguito: “Dall’altro lato, Adri Up è un progetto che potenzia la priorità orizzontale delle Autostrade del Mare, connettendo 4 corridoi della rete centrale TEN-T e promuovendo la cooperazione economica e logistica lungo l’asse Adriatico Ionico, così come statuito dai Regolamenti Ten-T e dalla Strategia Macro Regionale EUSAIR. Un progetto bandiera che rimette al centro del Mediterraneo la portualità e la logistica italiana, esplicando i suoi effetti anche sui traffici cargo con i paesi non UE della sponda orientale del bacino mediterraneo.”