CNA-Fita sollecita il Governo a trasformare i rimborsi dei pedaggi autostradali, previsti per la categoria, in sconti da far erogare direttamente dai Concessionari come avviene già in alcuni paesi in Europa. Il risparmio per la fiscalità generale sarebbe di circa 250 milioni di euro l’anno.
Roma, 29 settembre 2014 – Renzi e il suo Governo sono impegnati a reperire risorse tagliando tutto il possibile. Un’azione lodevole se fatta con criterio. CNA-Fita però non capisce perché, a fronte di questa necessaria e giusta attività anti-sprechi, il Presidente del Consiglio debba rinunciare ad un 1-2% di aumento del canone pagato dai concessionari autostradali allo Stato (corrispondente a diverse decine di milioni di euro). Un aumento magicamente “sparito” dall’ultima versione del Decreto Sblocca Italia. Se da un lato infatti si rinuncia ad incassare così cospicue risorse, dall’altro, incomprensibilmente, il Governo vorrebbe imporre all’autotrasporto un taglio sul fronte del rimborso delle accise, una vera e propria provocazione, che le imprese del settore, già duramente provate da una concorrenza dei paesi dell’est che possono contare su costi di gestione decisamente più competitivi, difficilmente potrebbero sopportare. Le ragioni sono semplici e facilmente riassumibili: l’Italia ha la tassazione sui carburanti più alta d’Europa e quella restituzione è l’unico palliativo che calmiera questo folle prelievo; in più, il rimborso in questione, è disciplinato proprio da una direttiva comunitaria. Ora, in virtù di questa possibile decurtazione delle accise, l’associazione di rappresentanza dell’autotrasporto di cui Fabrizio Palenzona è il presidente onorario (oltre ovviamente ad essere presidente di AISCAT), la FAI-Conftrasporto, si prepara ad aizzare la categoria, facendogli minacciare il blocco dei Tir prima di Natale, per portare a casa invece il vero obiettivo: il rinnovo delle concessioni autostradali. Su questa tematica giudicheremo la credibilità del Governo – fa sapere la CNA-Fita. Come Associazione proponiamo di mantenere il rimborso per le accise all’autotrasporto, evitando il taglio del 15%, pari a circa 250 milioni di euro, previsto dalla legge di Stabilità dello scorso anno. In cambio basterebbe trasformare gli attuali 250 milioni di fondi destinati al recupero dei pedaggi per l’autotrasporto, in sconti da far erogare direttamente ai concessionari. In questo modo il rimborso dei pedaggi non sarebbe più a carico della fiscalità dello Stato e inoltre il vantaggio per l’autotrasporto diverrebbe immediato. In altri paesi europei funziona già così e per una volta si potrebbe mutuare da loro ciò che funziona. Ai concessionari autostradali ogni anno sono stati riconosciuti aumenti tariffari intollerabili. Il Governo, se deve rinnovargli e allungargli le concessioni, gli chieda il giusto canone e gli faccia erogare gli sconti ai trasportatori. Il vero “potere forte” è Fabrizio Palenzona che, attraverso il suo fido scudiero dal “pensiero debole” Paolo Uggè (presidente Fai-Conftrasporto), si prepara a mettere in scena l’ennesima farsa, quella di un minacciato fermo dell’autotrasporto che si concluderà come sempre: poche briciole per la categoria e l’ennesimo aumento dei pedaggi a gennaio.