È un incomprensibile diniego quello che i sindacati di categoria hanno opposto all’ennesimo tentativo dell’Adsp di arrivare ad una tregua in porto alle soglie dello sciopero di 48 ore, dando così l’impressione di aver smarrito il senso della loro missione nella incapacità di saper individuare i punti di giusta mediazione in una trattativa
Il tavolo di lavoro convocato dall’Ente portuale non è approdato ad una conclusione, nonostante la Port Authority avesse consentito di dare risposta a tutte le rivendicazioni delle organizzazioni sindacali
Stabilizzazioni, avvio di un confronto sul piano tariffario con tutte le parti coinvolte e riforma del modello organizzativo della impresa che fornisce lavoro temporaneo in porto. Erano questi i punti di caduta su cui la Port Authority e le organizzazioni datoriali avevano cercato di trovare una quadra con i sindacati.
Nei risultati conseguiti dalla Adsp, infatti, era anche rientrata l’offerta da parte delle imprese a stabilizzare sin da subito ben trenta dipendenti attualmente inquadrati a tempo determinato.
Esprime profondo disappunto ed accresciuta preoccupazione il presidente dell’Adsp, Luciano Guerrieri: “Per senso di responsabilità, di fronte allo sciopero di 48 ore, avevamo deciso di mantenere attivo il canale del dialogo, convocando i sindacati e le associazioni datoriali in un nuovo tavolo finalizzato al raggiungimento della trattativa” dichiara al margine della riunione.
“Avevamo persino superato l’ultimo punto rimasto aperto nella riunione precedente e che era stato l’unico oggetto di rottura: quello relativo alle stabilizzazioni dei precari” aggiunge il n.1 dell’ente portuale, sottolineando come la proposta di mediazione si componesse anche di altri elementi essenziali “che riteniamo fossero gli unici a poter dare delle risposte concrete alle urgenze poste dalle sigle sindacali e riconosciute anche dalle associazioni datoriali”.
La partita della riforma dell’art. 17 rappresentava sicuramente uno dei pilastri della proposta di mediazione, nell’ambito del cui percorso di ristrutturazione l’AdSP avrebbe anche affrontato la questione dei lavoratori della società di lavoro interinale, Intempo, che da anni versano in una situazione di precarietà e su cui l’AdSP da tempo lavora per una piena valorizzazione delle competenze.
Guerrieri tiene poi a specificare come “nell’ambito della trattativa era poi stata persino ricondotta ad una giusta relazione industriale la richiesta generalizzata di un aumento salariale, riportandola nell’ambito di un confronto di secondo livello tra le aziende e rappresentati sindacali aziendali, con l’obiettivo condiviso di ottenere risultati entro circa due mesi”.
Per il primo inquilino di Palazzo Rosciano, la proposta di mediazione dall’Adsp rappresentava insomma un piano di azione concreto che si poneva di affrontare problemi di grande portata.
“L’organizzazione del lavoro in porto, gli inquadramenti dei lavoratori, i rapporti tariffari tra le aziende e tra queste e il mondo armatoriale, sono tutti aspetti che richiedono un diverso approccio reso necessario dal mutato quadro economico e dai cambiamenti globali in atto nel settore” afferma.
Guerrieri ne è convinto: “Oggi il sindacato ha sprecato una grande occasione. A questo punto la conclusione della vertenza diventa molto più difficile e può sfociare in un caos dove il continuo rilancio delle richieste sindacali rischia di rendere ingovernabile il nostro sistema portuale e il porto di Livorno in particolare”.
“Nel superiore interesse generale del porto, del mantenimento dei traffici portuali, dei posti di lavoro e della continuità operativa delle imprese , l’AdSP, registrata la disponibilità da parte delle associazioni di categoria datoriale, proseguirà comunque nel già avviato percorso di riorganizzazione del complesso mondo del lavoro in porto, compresi gli aspetti tariffari e di lavoro temporaneo” conclude il presidente dell’Ente portuale.