Tir, costi minimi,il Governo affonda 2mila imprese di autotrasporto

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Roma, 22 dicembre 2014 – Grazie Italia. Non solo lo Stato vara norme inique e assurde. Non solo non è in grado di applicarle. Spinge anche le imprese a intentare cause per far valere i loro diritti per poi vedersi cancellare questi diritti per legge e rimanere senza tutele con il costo aggiunto delle spese sostenute.
L’ennesimo clamoroso paradosso si è consumato ancora una volta nel settore dell’autotrasporto dove il governo ha cancellato nella legge di stabilità i cosiddetti costi  minimi di sicurezza, che già rappresentavano la prova concreta dell’ennesimo fallimento delle scelte, in materia di politica dei trasporti, compiute dai governi che si sono succeduti alla guida del paese. Ma il peggio deve ancora a venire: la nuova norma non salvaguarda il pregresso - rivela Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – con un risultato aberrante: circa 2.000 imprese di autotrasporto italiane che si sono avvalse delle norme di Stato per far valere i loro diritti avviando cause legali nei confronti dei committenti, seguendo le procedure di legge, sono state freddate da un secco taglio verticale contenuto nella legge di stabilità”.
“Tutte le cause avviate, per un valore che si può stimare per circa 30 milioni di euro - conclude Longo – diventano immediatamente spazzatura.  I giudici, infatti, nel prendere atto della modifica normativa, chiuderanno le cause senza neanche archiviarle. Il tutto, nel paese della certezza del diritto ?”.

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