Tir: code per entrare nel terminal di Genova. Ormai superato ogni limite di guardia
Genova, 20 luglio 2017 – Gli accessi stradali ai principali terminal del porto di Genova sono ormai cronicamente bloccati e, a pagarne le conseguenze, oltre ai cittadini costretti ad assistere passivamente al collasso della viabilità sono gli autotrasportatori, che pagano un prezzo personale, professionale, di responsabilità normativa oltre che economico e finanziario ormai insopportabile.
A denunciare una situazione ormai ampiamente oltre il livello di guardia e non circoscrivibile a una singola o a occasionali “giornate nere”, è Trasportounito, che a firma del suo coordinatore per la Liguria, Giuseppe Tagnocchetti, ha indirizzato una circostanziata lettera-denuncia al Sindaco di Genova, Marco Bucci, al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e al presidente dell’Autorità portuale di sistema, Paolo Signorini e al Prefetto di Genova.
Secondo Trasportounito le code ormai costanti per l’ingresso a gran parte dei terminal, portuali e di cornice, “incapaci, specie nel settore container, di garantire anche con personale adeguato performance produttive” stanno accelerando i tempi di un collasso annunciato del sistema viario genovese che sconta anche gravi problemi infrastrutturali irrisolti e che è incapace di far fronte all’incremento in atto dei traffici.
Per intanto a pagare il conto salato di questo blocco sono le aziende di autotrasporto: al fortissimo disagio fisico degli autisti, costretti ad ore di attesa sotto il sole, in mezzo alla strada, intrappolati, senza poter andare né avanti né indietro, si sommano risvolti gravissimi anche in termini di sicurezza stradale, di infrazioni al codice della strada e di perdita di produttività ed economia: dopo 4 ore in coda gli autisti terminano i tempi di guida e riposo e non dovrebbero più proseguire il viaggio e si trovano sia nell’incapacità di terminare il lavoro, sia di fermarsi visto che non esistono aree di sosta.
Trasportounito ha quindi chiesto un incontro urgente per analizzare il problema prima che imploda, rifiutando già oggi l’ipotesi di trovare spazi di attesa nei piazzali Ilva per decongestionare le direttrici da e per l’aeroporto. “Si tratterebbe di una falsa soluzione che comunque farebbe ricadere sempre sull’autotrasporto il costo delle attese, quando invece risposte concrete in termini di personale addetto e strumenti per gestire le operazioni di carico e scarico dovrebbero essere richiesti ai gestori dei terminal.