Una sfida per il rilancio: zone franche, energia e reshoring industriali – L’appello di Monti: “La Sicilia sia l’hub dell’Europa”

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Una sfida per il rilancio: zone franche, energia e  reshoring industriali 

L’appello di Monti: “La Sicilia sia l’hub dell’Europa” 

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Palermo, 21 dicembre 2022 - “Impegniamo il Governo a candidare la Sicilia  quale hub internazionale per il reshoring, quel fenomeno economico che  consiste nel rientro in Italia delle industrie delocalizzate all’estero. Chiediamo  con forza che, nell’ambito delle zone economiche speciali (ZES), ci sia una  riforma che consenta di incrementare i poteri economici, promozionali e  amministrativi dei commissari e dei presidenti”. 

Questa la sfida lanciata oggi a Palermo da Pasqualino Monti, presidente  dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia occidentale, nel corso del  convegno “Noi, il Mediterraneo”. Moderati dai giornalisti Nicola Porro e Luca  Telese, sono intervenuti, in collegamento, i ministri Nello Musumeci e Matteo  Salvini, trattenuti a Roma dalla convocazione del Consiglio dei Ministri, mentre  il viceministro Edoardo Rixi, colpito da un attacco febbrile, ha inviato un  messaggio. Con loro e con il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto di  Palermo Maria Teresa Cucinotta, il presidente del Tribunale di Palermo  Antonio Balsamo, e il comandante della Capitaneria di porto di Palermo e  direttore marittimo della Sicilia occidentale, Raffaele Macauda, erano presenti  importanti stakeholder, imprenditori, opinionisti e rappresentanti del mondo  della finanza e dello shipping: Cristina Busi Ferruzzi, Matteo Catani, Simone  Demarchi, Edward Luttwak, Paolo Mieli e Massimo Ponzellini.

Secondo Monti, sostenuto dagli interventi degli ospiti, “per la prima volta forse  dal dopoguerra a oggi la Sicilia ha la possibilità di diventare il centro effettivo  non solo del Mediterraneo ma anche di un’Europa che dovrà trovare,  attraverso l’Italia, nuove forme di dialogo politico e, soprattutto, economico con  i paesi del Nordafrica e con quelli del Medioriente”.

Un parere condiviso dagli interventi degli ospiti presenti, o collegati da remoto  come i ministri Musumeci e Salvini.

Ancora Monti: “Non sembri un’ipotesi fantasiosa: si tratta, al contrario, di una  possibilità più che concreta, conseguente al reshoring industriale post globalizzazione, alla crisi energetica e al rilancio di mercati che potranno  trovare nell’Italia, e in primis in Sicilia, professionalità e risorse imprenditoriali  indispensabili per ridisegnare un loro futuro nell’ambito di quella che oggi  potrebbe nascere qui, a Palermo, e che si chiama “comunità mediterranea”. È  il momento di credere e agire di conseguenza, superando ritardi, burocrazia e pizzi che hanno penalizzato negli ultimi cinquant’anni il ruolo dell’Italia”.

Come emerso dal convegno, il recente intervento del presidente del Consiglio,  Giorgia Meloni, sull’hub energetico italiano, si sposa con il riassetto in atto  nell’interscambio marittimo mondiale e con la necessità di disporre, al centro  del Mediterraneo, non solo di una piattaforma strategica dal punto di vista  geopolitico, ma anche di una base strategica produttiva ed economica in grado  di confermare con fatti concreti – e l’idea di una revisione globale delle norme  sulle zone economiche miche speciali e sulle zone franche può rappresentare  la chiave di volta – che la Sicilia ha tutte le caratteristiche per diventare il fulcro  di una nuova Europa proiettata a sud.

Dopo aver assistito alla dichiarazione di impegno senza se e senza ma assunta  dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in merito alla  realizzazione del ponte sullo Stretto, il presidente dell’Autorità di Sistema  Portuale, Pasqualino Monti ha ricordato come tutti gli obiettivi infrastrutturali,  anche relativi a opere bloccate da decenni, siano stati raggiunti nel porto di  Palermo e siano diventati realtà concreta. E proprio alla luce di questo  successo, Monti ha lanciato, o meglio, ribadito il suo “j’accuse” contro la  macchina burocratica che – ha detto – rappresenta il vero “tumore del Sistema  Italia” e che ha trovato in passato terreno fertile nel Ministero dell’Ambiente”.

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