Trieste, 19 dicembre 2015 – Si è svolta oggi presso lo stabilimento di Riva Trigoso (Genova) la cerimonia di varo della fregata “Luigi Rizzo”, sesta di una serie di 10 unità FREMM – Fregate Europee Multi Missione, commissionate a Fincantieri dalla Marina Militare Italiana nell’ambito dell’accordo di cooperazione internazionale italo-francese, con il coordinamento di OCCAR, l’organizzazione congiunta per la cooperazione europea in materia di armamenti.
Madrina del varo è stata la signora Maria Guglielmina Rizzo, figlia di Luigi Rizzo, due medaglie d’oro al valor militare.
Alla cerimonia sono intervenuti, fra gli altri, Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, l’Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, e l’Amministratore Delegato di Fincantieri Giuseppe Bono.
A seguito del varo, l’unità proseguirà le attività di allestimento presso il Cantiere Integrato Navale Militare nel sito di Muggiano, a La Spezia, e sarà consegnata nei primi mesi del 2017. Nave “Luigi Rizzo” sarà caratterizzata, come le altre, da un’elevata flessibilità d’impiego e avrà la capacità di operare in tutte le situazioni tattiche. Ha una lunghezza di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 6.700 tonnellate. Può raggiungere una velocità superiore ai 27 nodi con una capacità massima di personale trasportato pari a 200 persone.
Le navi del programma FREMM rappresentano lo stato dell’arte della difesa italiana ed europea e andranno gradualmente a sostituire le fregate della classe “Lupo” e della classe “Maestrale”, costruite da Fincantieri negli anni Settanta.
Nel corso del 2013 sono state consegnate “Carlo Bergamini” e “Virginio Fasan”, nel 2014 la “Carlo Margottini”, nel 2015 la “Carabiniere”, mentre di “Alpino” è prevista la consegna nel 2016. Con l’esercizio dell’opzione, lo scorso aprile, per la costruzione della nona e della decima unità, la cui consegna è prevista dopo il 2020, si è data completa attuazione al programma italiano.
L’iniziativa vede la partecipazione in qualità di prime contractor per l’Italia di Orizzonte Sistemi Navali (51% Fincantieri, 49% Finmeccanica) e per la Francia di Armaris (DCNS + Thales).
Questa cooperazione ha capitalizzato l’esperienza positiva del precedente programma italo-francese “Orizzonte” che ha portato alla realizzazione di due cacciatorpediniere per la Marina italiana, l’“Andrea Doria” e il “Caio Duilio”.
NOTE BIOGRAFICHE LUIGI RIZZO
Capitano di corvetta
2 Medaglie d’oro al Valor Militare
Luigi Rizzo è stato l’Ufficiale che meglio di tutti ha rappresentato lo spirito ardimentoso della Marina Militare nella Prima Guerra Mondiale dimostrando doti di coraggio, forza spirituale e coerenza morale davvero uniche.
Nasce a Milazzo (Me) l’8 ottobre del 1887. Nipote, figlio e fratello di marinai, si avvia fin da subito alla vita di mare imbarcandosi a otto anni sulla nave comandata dal padre, dimostrando di possedere destrezza e ottima predisposizione. Nei 1905, non ancora diciottenne, ottenne la licenza d’onore all’Istituto Nautico di Messina ovvero il diploma di aspirante al comando di navi mercantili e si imbarcò come mozzo apprendista sul veliero Speme sulla rotta Genova Buenos Aires rischiando il naufragio nelle vicinanze di Capo Horn. Dopo ulteriori esperienze a bordo della Siciliano e della Livietta, nei primi mesi del 1912 raggiunse i traguardi da lui tanto desiderati: divenne Capitano di Lungo Corso e il 17 marzo assunse il grado di Sottotenente di Vascello di complemento della Riserva Navale nella Marina Militare. Nel 1912 lavorò per la Commissione Europea del Danubio nel Mar Nero meritandosi una medaglia per il suo eroismo per aver salvato, al comando di una pilotina, un piroscafo da sicuro affondamento. Nell’estate del 1914 rientrò in Italia perchè richiamato alle armi prima alla Maddalena e poi, come istruttore, a Venezia. Il precipitare degli eventi lo riportò in azione ed fu allora che iniziò la sua storia di “affondatore”, il soprannome con il quale è maggiormente conosciuto. Sin dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale si distinse, infatti, prima nella difesa marittima di Grado, ottenendo una medaglia d’argento al valor militare, poi, trasferito nella nuova arma dei MAS, per la partecipazione ad audaci missioni di guerra per le quali meritò 2 medaglie d’oro al valor militare, 3 d’argento e la promozione a Tenente di Vascello per meriti di guerra. Tra le imprese da ricordare si annovera l’azione del dicembre 1917, per la quale gli fu conferita la prima medaglia d’oro al valor militare ovvero l’affondamento, a mezzo siluri lanciati dal MAS da lui comandato, della corazzata Wien nelle acque del porto di Trieste. Nel febbraio 1918 fu protagonista della Beffa di Buccari, un’azione all’interno del sistema difensivo austriaco che, pur non ottenendo risultati concreti, risollevò lo spirito delle forze armate italiane dopo la sconfitta di Caporetto. Fu in tale circostanza che venne coniato da Gabriele D’Annunzio il motto del MAS: Memento Audere Semper. Con l’azione detta di Premuda, perchè si svolge nelle acque prospicenti quest’isola della Dalmazia, venne insignito della seconda medaglia d’oro al valor militare. La notte del 10 giugno infatti Rizzo riuscì a colpire e ad affondare la corazzata Santo Stefano mentre si dirigeva con la flotta austriaca verso lo stretto di Otranto per forzarne il blocco degli alleati. La perdita della Santo Stefano fu un colpo così duro per la Marina Austro-Ungarica, che da quel momento si ritirò dal mare.
Proprio in onore di questa vittoria la Marina celebra la sua festa proprio il 10 giugno. Finita la guerra, nel 1919 partecipò all’impresa di Fiume, dove ricoprì anche la carica di Comandante della flotta del Quarnaro, l’anno successivo lasciò il servizio attivo con il grado di Capitano di Fregata. Nel 1929 ricoprì la carica di Presidente della Società di Navigazione Eola di Messina. Nel 1935, per meriti di guerra, fu insignito del titolo di Conte di Grado e, nel 1941, di Premuda.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale rientrò in Marina per occuparsi della difesa del Canale di Sicilia, ma fu presto dispensato dal servizio per assumere, da Ammiraglio di Squadra della Riserva Navale, la Presidenza, del Lloyd triestino prima, dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico poi. Con tale incarico, dopo l’8 settembre, ordinò il sabotaggio dei transatlantici e dei piroscafi affinché non cadessero in mano tedesca, direttiva questa che gli costò la deportazione in Germania. Rimpatriato al termine del conflitto, morì a Roma il 27 giugno 1951.